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La “due giorni-responsabili” di Azione Cattolica, che si è svolta lo scorso 26/27 gennaio nel bellissimo contesto del Convento di San Francesco a Fiesole, ha visto la partecipazione di una trentina di giovani che condividono l’impegno educativo, che caratterizza da sempre l’associazione,

sia a livello diocesano, sia nelle parrocchie di provenienza.

Sabato mattina abbiamo avuto modo di confrontarci su alcune domande riguardanti, come si potrebbe dire in gergo giornalistico, il Who, il When, il Where, l’How e il Why che appartengono al giovane responsabile di Ac.

Chi è il responsabile di Ac? È prima è di tutto responsabile della propria vita, un laico impegnato, un cittadino capace di cogliere i segni del presente, perché chiamato ad essere radicato nel suo tempo e aderente alla realtà. Un giovane che, oltre a vivere nel presente, cura la sua interiorità attraverso la preghiera. Un giovane che vive la sfida della Vita Quotidiana: perché la responsabilità è cosa di tutti i giorni, non da relegare a certi momenti o spazi delineati delle nostre vite, ma nella scuola, nell’università, in parrocchia, nel lavoro, in diocesi, in famiglia, con gli amici. 

Il responsabile non ha requisiti da soddisfare, né standard a cui adeguarsi, ma uno “stile” da assumere caratterizzato dall’accoglienza dell’Ordinarietà, che lo rendono fedele al suo impegno, la Popolarità, perché l’Ac è per tutti e di tutti, la Democraticità, perché in associazione le decisioni si prendono insieme, l’Unitarietà che ci fa camminare insieme, la Corresponsabilità e la forza del dialogo, e infine la Gratuità come risposta alla chiamata del Signore. Ma, non una risposta data in preda ai venti del sentimento e dell’emozione, o una responsabilità passeggera, piuttosto una motivazione che scaturisce dall’unico Amore fedele ed inesauribile, quello donato da Dio, attraverso il quale s’impara a pensare con il cuore e ad amare con la mente.

Nel pomeriggio abbiamo avuto il piacere di ascoltare Teresa Borrelli, responsabile nazionale dell’ACR, avvocato nella vita e fedele esempio di educatrice, che vive la sua chiamata alla responsabilità in maniera totale, assumendo proprio quello stile che le permette di essere laica e cittadina radicata nel suo tempo, o per citare la Lettera a Diogneto, proprio come i cristiani che “abitano nel mondo, ma non sono di questo mondo”. Le parole più belle di Teresa hanno proprio riguardato un aspetto fondamentale, essere seri responsabili di AC significa prima di tutto essere responsabili della nostra vita, del nostro lavoro, dei nostri studi, delle nostre relazioni, non si “fa” l’educatore, si “è” educatori e responsabili, prima ancora di organizzare tre giorni, gruppi e campi estivi. 

La due giorni è proseguita la domenica durante l’incontro annuale dell’Assemblea di Ac, presso il seminario vescovile della nostra Diocesi, con il bellissimo incontro con il Professor Alici, filosofo, pensatore, cristiano  di altissimo spessore e profondità. Il tutto si è concluso con l’incontro/chiacchierata con Piero Giunti, fedele “responsabilissimo” di Ac che come sempre offre ai giovani il suo prezioso contributo, ricordandoci che camminare in associazione può essere faticoso, ma attraverso la condivisione del cammino con persone che hanno qualche anno ed esperienza in più di noi, tutto può diventare più bello e arricchente, e può permetterci di diventare giovani e adulti responsabili di Ac, che con sguardo pedagogico, si prendono cura delle generazioni future. 

Margherita Bucci

Consigliere diocesano per il Settore Giovani

 

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