Dopo un anno di astinenza, torniamo al campo GVSS più affamati che mai!
Conosciuto subito il personaggio misterioso (Pietro, una presenza costante in questi giorni di campo e che ben rappresenta i nostri ripetuti tentativi, anche goffi, di fare la cosa giusta, di andare incontro al Signore) ci immergiamo nella montagna. Già la prima (e lunga) passeggiata del lunedì mette alla prova il fiato, le gambe e anche le suole delle scarpe dei nostri giovanissimi; questo primo intenso giorno comincia però già a sfaldare le nostre resistenze, le nostre chiusure, e ad amalgamare le amicizie, i sorrisi e i sentimenti.
Con questo clima ci siamo quindi via via addentrati nella nostra “casa” interiore, nelle stanze che abitiamo e in quelle dove ci sentiamo liberamente noi stessi (non senza difficoltà, talvolta). Abbiamo condiviso una ritrovata libertà che è partecipazione (con gli altri), nudità dei nostri pensieri (quando rimaniamo soli di fronte a Dio) e abbandono fiducioso a ciò che ci aspetta, una volta tornati a casa, sulla nostra strada.
Personalmente, ciò che mi ha accesa in questa settimana è stato vedere come i piccoli gruppi inevitabilmente esistenti si sono aperti volentieri alle amicizie trasversali, alla complicità intrecciata di nuove relazioni e alla sfida di fidarsi di altri punti di vista; nonché all’intesntià e alla pienezza con la quale hanno voluto vivere questi giorni.
Grazie, dunque, oltre che ai miei amici e colleghi d’Equipe, a queste opportunità che ci ricordano che
Nell’altro troviamo sempre la bellezza di cui abbiamo bisogno.
L'Equipe degli educatori