Sabato 16 Ottobre si è svolto in Casentino l’incontro diocesano per adulti e famiglie, organizzato dall'AC di Fiesole dal titolo “Persone in Ascolto”.
Giornata autunnale splendida, baciata dal sole in un ambiente suggestivo quale l’Eremo di Quorle (Poppi) e la Pieve di Romena, con un tema attuale, al centro anche del Sinodo appena iniziato: l’ASCOLTO.
Guidati da Wolfgang Fasser, custode dell’Eremo, abbiamo percorso un sentiero nel bosco con sei tappe di riflessione, sostando in punti chiamati Eremi, alla riscoperta del silenzio che genera ascolto libero senza condizionamenti. La natura e tutto ciò che ci circonda è parte integrante della creazione, è santità: accogliere la vita, vivere nella natura, rendere sacro ogni momento, significa ascoltare il Divino. Gli uomini sono creature e, come avviene in natura, sono sottoposti a ritmi e cicli collegati fra loro, utili e indispensabili allo sviluppo e alla crescita, così con questo spirito abbiamo iniziato il cammino.
1°tappa (Eremo del Gelso). Davanti ad un tronco tagliato di albero di gelso, che stà però rinascendo, abbiamo risposto a tre domande: Da dove vieni? – Dove vai? – A chi renderai conto?
Domande feconde e provocatorie che ritornano spesso nell’arco della vita, che sono servite a guardarsi dentro, ripensare al cammino fatto con successi e sconfitte, con gioie e dolori. Capire da dove veniamo ci fa comprendere meglio dove vogliamo andare. Ascoltarsi amorevolmente senza giudizi o perfezionismi per comprendere il nostro ruolo nella vita, perché sempre la vita chiama! Aperti al futuro, nostro e della Chiesa, con un ascolto dilatato, aperto a Dio che ci ama comunque e sempre.
2° tappa (Eremo dell’Orto). Abbiamo ammirato le piante cresciute nell’orto, anche quelle imperfette o mai germogliate. Questo ci insegna ad accogliere la fecondità ma anche l’incompiuto, imparare ad ascoltare per coltivare relazioni e curare le ferite della vita e nella Chiesa, mantenendo sempre confini permeabili, aperti al perdono, al dialogo e all’ascolto.
3° tappa (Eremo della Concimaia). Questa tappa ci ha particolarmente colpiti: rifiuti, scarti e negatività trasformate in terriccio che rigenera diventando nutrimento per la nostra vita. Anche qui tutto inizia con l’ascolto che trasforma e purifica le relazioni: qualcosa di negativo e inutile può diventare linfa per sé e per gli altri.
4° tappa (Eremo del Pensatoio). Crearsi un luogo fisico e uno spazio di tempo dove imparare ad ascoltare con il cuore, in silenzio, i propri pensieri perché, “chi non fa silenzio non riflette”. Avere il coraggio di ascoltarsi e confrontarsi in modo costruttivo per il bene comune.
5° tappa (Eremo della Pietra). In aperta campagna ci sono molte pietre, spesso rifugio per animali come le serpi che notoriamente fanno paura: la paura blocca e può rovinare i nostri piani. Invece di agire d’istinto, scappare o aggredire, fermarsi e fare un passo indietro, riflettere, ascoltarsi e superare le paure mediante la ragione.
6° tappa (Eremo dei Frutti). Luogo prezioso dove raccogliere i frutti dell’ascolto e del cammino, nutrirsi e ringraziare per i doni che la vita ci offre continuamente. I frutti per nascere hanno bisogno di tempo e di molta cura e non sempre tutte le piante sopravvivono o germogliano, si possono seccare o essere sradicate dal forte vento, ma nessuno può impedire di piantarne di nuove: non arrendiamoci!
Nel pomeriggio siamo stati accolti dalla Fraternità di Romena dove Don Luigi Verdi ha condiviso con noi alcuni pensieri.
La prima riflessione ha preso in esame il nostro “sguardo” verso la vita e gli altri: l’angolazione da cui guardiamo cambia la visione del mondo e delle cose. Anche Gesù non ha mai avuto occhi per le apparenze ma leggeva solo il cuore.
In tempi faticosi e difficili come quelli attuali, una via di uscita è senza dubbio la semplificazione, la potatura delle cose inutili, che non servono e che appesantiscono, per arrivare dritti al nucleo centrale. Ciò che è semplice, è naturale e racchiude il Divino e questo deve essere il cristianesimo e la Chiesa. Come dice il Vangelo e lo ripete anche Papa Francesco la strada da percorrere oltre alla semplicità, è quella della Misericordia e della Tenerezza. Don Luigi nella sua esperienza di ascolto ha accolto e raccolto persone bisognose di un pezzo di pane, un po' di affetto e di sentirsi a casa, ovvero un luogo dove essere ascoltate e guardate: conoscere la storia delle persone, condividere e camminare con loro anche nel dolore, sull’esempio dei discepoli di Emmaus.
In ogni momento possiamo sempre alzarci e ripartire: ma da dove? Don Luigi ci indica il perdono, la comprensione e il ringraziamento.
La Chiesa sta vivendo un momento di crisi e di debolezza che può diventare però un punto di forza se con coraggio sarà capace di rinnovarsi.
La modernità e i ritmi folli della vita hanno separato il corpo la mente e l’anima: non abbiamo più percezioni vere. Ritornare alla lentezza cioè fare una cosa per volta, darsi una disciplina e creare un ordine per essere un’unica cosa in pace.
La modernità ha ucciso la bellezza, la tenerezza e la gioia: la bellezza intesa come estetica, arte e natura, la tenerezza è stata trasformata in violenza e aggressività, la parola gioia è stata sostituita con felicità.
E’ sempre possibile vivere con gioia ogni momento della vita, la felicità è solo un attimo e ha bisogno di condizioni. Un cristiano autentico vive con gioia e nella gioia e lo si riconosce proprio da questo!
L’augurio è di ripartire da queste semplici parole facendo tesoro dei preziosi consigli di Wolfgang e Don Gigi.
Buon cammino a tutti!
Gianni e Laura