Con gioia e entusiasmo ho atteso l’arrivo al campo, dopo un anno di stop dovuto alla pandemia, e dopo due anni complessi per tutto ciò che questa ha comportato nelle vite di tutti. E quando sono arrivata è stato un po’ come tornare a casa: quell’atmosfera accogliente, semplice, calda. Quel ritrovare volti noti e scorgere nuovi sorrisi.
Il campo ha significato per me (ma credo un po’ per tutti) un ritrovarsi, non solo nel senso di ritrovare amici e compagni delle scorse vacanze, ma quello di ritrovare noi stessi, una dimensione comunitaria, il voler vivere bene in amicizia, aperti ad accoglierci vicendevolmente. E la bellezza è stata proprio questa per me: realizzare pian piano che l’icona della settimana (la parabola del buon samaritano) ce la avevo tutta intorno: ognuno si è saputo rendere prossimo con un gesto, un sorriso, una riflessione, un aiuto concreto, una preghiera, una critica costruttiva.
Questo campo è stato un dono, che è adesso però rappresenta una responsabilità: il condividere il vissuto e gli impegni presi nelle nostre comunità, nelle vite di tutti i giorni.
Spero di saper trasmettere quanto vissuto, appreso, e ritrasformarlo nelle relazioni diverse e quotidiane. Perché sì. Siamo fratelli, tutti!
Francesca